A Fukushima, dopo tre anni, non si riesce ancora a mettere in sicurezza l'impianto atomico disastrato. Secondo la Reuters, sono impegnate nei lavori di bonifica 733 aziende, che hanno guadagnato finora cifre colossali. Il giro d'affari annuo è pari a 23 miliardi di euro. La Tepco, responsabile della centrale prima e dopo lo tsunami, è il controverso capocommessa. Nel succulento business non poteva mancare la mafia, braccio armato dell'affarismo in ogni campo, in questo caso impegnata nel caporalato per la manodopera. Mentre per le operazioni immediatamente mortali vengono usati robot teleguidati, per quelle a mortalità differita la Yakuza recluta volontari fra i senzatetto giapponesi. Per 70 euro al giorno, questi "operai con contratto a termine" lavorano assorbendo in un'ora radiazioni normalmente considerate pericolose in un anno. Viene loro fornito vitto e alloggio, naturalmente con detrazione in busta paga. Tutto questo non è semplicemente dolorosa necessità causa terribile emergenza, ma agghiacciante metafora della vita normale entro il capitalismo: la macchina sostituisce l'uomo là dove egli non sopravviverebbe alla quantità e qualità di lavoro; l'uomo disumanizzato è ridotto a merce usa-e-getta, neanche più necessario a quello che una volta era "l'esercito industriale di riserva"
Fonte: Quinterna
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