Domenica 8 Giugno l'Archivio '68 è stato invitato alla festa dei democratici del Galluzzo a presentare la mostra "Piovono Bombe..italiane" I Bombardamenti fascisti di Barcellona nel 1937-'38. E' stata l'occasione per parlare non solo della guerra di Spagna ma anche della caratteristica tutta italiana di cancellare dalla memoria pubblica i crimini commessi dai fascisti durante il famigerato ventennio. La serata è stata introdotta da Eleonora Trivellin del Coordinamento Galuzzo Due Strade del PD che si è detta contenta di poter discutere di questo episodio sconosciuto ai più.Dopo una breve prolusione di Marcello Giappichelli, che ha ricordato le radici di classe del conflitto civile tra Repubblica e Franchisti ,abbiamo proiettato le diapositive tratte dalla mostra "Barcelona Bombardeada" facendo ben presente che questo "episodio"non è stato uno sbaglio ma una scelta precisa del regime e di Mussolini in particolare per terrorizzare la popolazione civile. Abbiamo anche messo in relazione questo crimine sia con la politica estera aggressiva del regime,sia con la qualità e quantità di aiuto che era venuto a Franco da parte di Hitler. E' stata anche l'occasione per riflettere come questo episodio sia sconosciuto ai più non per caso, ma per una scelta politica deliberata di nascondere tutte le malefatte del ventennio fascista sotto la maschera di una rappresentazione grottesca veicolata dai mass media e dalla televisione in particolare. Basta ricordare che per oltre cinquanta anni si è negato con grande forza che il Regime avesse usato armi chimiche in Etiopia,anche il "principe" del giornalismo italiano Indro Montanelli si è dovuto ricredere solo quando non era più possibile negare la documentazione inoppugnabile. La serata è poi proseguita con la proiezione del documentario "Las Hurdes" di Bunuel un'opera del 1934 che venne sonorizzata e provvista di didascalie nel 1936 in cui viene mostrato il volto povero e degradato della Spagna contadina di un paesino dell'Estremadura abbarbicato sulle montagne i cui abitanti sono costretti a vivere una vita fatta di incubi (per la sopravvivenza, per la fame,per l'incombere della morte e delle malattie).E' un documentario straordinario che pochi conoscono e che è di una grande potenza espressiva e ha prodotto una reazione di incredulità tra gli spettatori. Dopo c'è stata anche una discussione in cui si sono toccati i temi della memoria pubblica che è ancora "monca" nel senso che deve assumere una volta per tutte il coraggio necessario per esaminare in profondità tutti gli aspetti della storia anche quelli meno "gloriosi" se non si vuole continuare a raccontare al pubblico la favola dell'"italiano brava gente" che è la sostanza della vulgata storica che ci hanno ammannito per circa settant'anni.
Speriamo che serate come queste possano continuare con anche altri temi,abbiamo notato che c'è ancora una piccola nicchia di publico che non si rassegna al lavaggio del cervello televisivo.
Vito Nanni
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