Dedicato alla scomparsa del Compagno Stefano Larucci
I ribelli, quasi sempre, sembrano perdere le loro battaglie. Ma almeno una la vincono in partenza ed è quella della memoria. Una memoria non fine a se stessa, ma destinata a colmare i vuoti lasciati dai resoconti ufficiali, da ciò che a chi vince può apparire indicibile, non raccontabile, in pratica mai accaduto. Stefano Larucci, nell’ultima parte della sua vita di militante politico e di uomo, ha scelto di fare questo. E di fare memoria non solo con i ricordi ma con la testimonianza del corpo suo e dei suoi compagni. Una memoria matura, solo apparentemente lontana dagli anni della rivolta, che trasuda ancora l’impegno di giovanissimi, come lo era stato lui ed una intera moltitudine, pronti a tutto tranne che al compromesso, liberi di dire e di fare, con l’orecchio teso ad ascoltare pianti e rabbia di chi non aveva niente se non le proprie ragioni e con il sorriso di quella grande festa mai conclusa . Una memoria per il futuro. Ma mai a futura memoria.
Stefan Fabbri
Ho conosciuto Stefano nel 1975 davanti allo stadio, stava correndo con una bandiera viola; poi lo identificai con uno dei giovani approdati a lotta continua. Nella crisi degli anni 80 con lui e Lorenzo aprimmo il circolo di via di Mezzo che fu per qualche anno un laboratorio politico e un presidio contro lo spaccio di eroina. Negli ultimi anni Stefano aveva radunato attorno a sé tanti ex giovani del 77 con varie iniziative editoriali e politiche, aveva anche scritto qualcosa in relazione al Movimento a Firenze, prima o poi lo pubblicheremo. Alla fine di agosto ci troveremo, spero in tanti, per un ricordo.
Maurizio Lampronti
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