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mercoledì 22 maggio 2013

Un esempio di controinformazione: Le Pietre e il Popolo.



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Devo alla gentilezza di un amico di Siena,Pierluigi del Porro,la segnalazione di un libro che è un bellissimo esempio di controinformazione in un momento in cui la stampa e gli altri mezzi di comunicazione sono “embedded” ed è praticamente impossibile avere un quadro non dico veritiero ma almeno approssimativo della situazione che stiamo vivendo. L’autore del testo in questione è Tomaso Montanari ed è uno storico dell’Arte contemporanea che insegna a Napoli ma risiede a Firenze e si occupa di conservazione dei beni culturali. Il Titolo del libro è : Le Pietre e il Popolo. Restituire ai cittadini l’arte e la storia delle città italiane.”( Roma 2013. Ed Minimum fax ). In copertina c’è anche la tesi principale del libro che trascrivo perché è molto eloquente:
“ Il patrimonio storico e artistico serve a produrre cultura e cittadinanza(come dice la Costituzione) o denaro? E’ un lusso o un diritto? E’ un bene comune o un bene di mercato? Un viaggio nelle città italiane ridotte a “luna park” a pagamento, e piegate agli interessi privati, ci aiuta a rimanere cittadini e a non trasformarci in clienti passivi”
Il testo ci porta con una rapida sintesi a fare un viaggio tra le maggiori città d’arte italiane(Milano,Roma Napoli,Firenze Venezia) e l’ autore documenta la situazione del patrimonio artistico oggi dopo che per un ventennio circa di sbornia liberista si è preteso che questo patrimonio fosse solo una “risorsa economica”.Il quadro che emerge è a dir poco sconfortante perché i nostri sindaci sono ossessionati solo da un problema che è quello di “fare cassa” e avendo a disposizione opere d’arte irripetibili, pretendono di utilizzarle per questo scopo. Il libro pur nella sua brevità(poco più di 150 pagine) è una rassegna esauriente dei misfatti compiuti in questi anni : una cura particolare viene applicata nell’esaminare il caso fiorentino e quest’analisi andrebbe fatta conoscere ad un pubblico più vasto perché le politiche del Comune di Firenze in fatto di tutela del patrimonio sono state,a dir poco, indecenti. Attraverso una rassegna delle dichiarazioni di Renzi l’autore ne mette in luce la vasta cultura e la preparazione(?!?) per cui la sensazione che si prova leggendo questo testo è quella di uno sgomento profondo pensando a quale personale politico è affidato (anche) la difesa del nostro patrimonio. Comunque gli abitanti di Firenze si sono resi conto ,anche senza essere addetti ai lavori, di quale livello sia la sensibilità culturale del primo cittadino visto lo stato attuale del teatro del Maggio Musicale Fiorentino che è stato portato allegramente al fallimento proprio da un sovrintendente voluto e nominato dal sindaco Renzi. Montanari rievoca la nomina di Renzi a sindaco di Firenze verso la fine del testo in una sezione intitolata “Il primo non cittadino”in cui confessa che anche lui aveva creduto nelle parole di rinnovamento pronunciate da Renzi al momento della campagna elettorale,salvo poi ricredersi e conclude il testo con questa amara constatazione:
“Matteo Renzi ha un posto d’onore in questo libro non perché sia un caso unico: ma perché è l’esempio più paradigmatico di una involuzione generale. Usando il patrimonio storico e artistico della sua città come arma di distrazione di massa ad alto impatto mediatico, il sindaco di Firenze è assai rapidamente diventato il politico professionista più a proprio agio nel violare il significato civile dell’arte del passato,clamorosamente ridotta ad alienante fabbrica di clienti ( e in particolare, di acquirenti di un format politico).(Pag.161).
Comunque sia questo libro è un testo da “spacciare” con tutti i mezzi, in modo che serva come antidoto all’avanzare sempre più evidente del degrado culturale (e non solo) delle nostre città.

Vito Nanni

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