.
Devo alla
gentilezza di un amico di Siena,Pierluigi del Porro,la segnalazione di un libro
che è un bellissimo esempio di controinformazione in un momento in cui la
stampa e gli altri mezzi di comunicazione sono “embedded” ed è praticamente
impossibile avere un quadro non dico veritiero ma almeno approssimativo della
situazione che stiamo vivendo. L’autore del testo in questione è Tomaso Montanari ed è uno
storico dell’Arte contemporanea che insegna a Napoli ma risiede a Firenze e si
occupa di conservazione dei beni culturali. Il Titolo del libro è : “Le Pietre e il Popolo. Restituire
ai cittadini l’arte e la storia delle città italiane.”( Roma 2013.
Ed Minimum fax ). In copertina c’è anche la tesi principale del libro che
trascrivo perché è molto eloquente:
“ Il patrimonio storico e artistico
serve a produrre cultura e cittadinanza(come dice la Costituzione) o denaro? E’
un lusso o un diritto? E’ un bene comune o un bene di mercato? Un viaggio nelle
città italiane ridotte a “luna park” a pagamento, e piegate agli interessi
privati, ci aiuta a rimanere cittadini e a non trasformarci in clienti passivi”
Il testo ci
porta con una rapida sintesi a fare un viaggio tra le maggiori città d’arte
italiane(Milano,Roma Napoli,Firenze Venezia) e l’ autore documenta la situazione
del patrimonio artistico oggi dopo che per un ventennio circa di sbornia
liberista si è preteso che questo patrimonio fosse solo una “risorsa
economica”.Il quadro che emerge è a dir poco sconfortante perché i nostri
sindaci sono ossessionati solo da un problema che è quello di “fare cassa” e
avendo a disposizione opere d’arte irripetibili, pretendono di utilizzarle per
questo scopo. Il libro pur nella sua brevità(poco più di 150 pagine) è una
rassegna esauriente dei misfatti compiuti in questi anni : una cura particolare
viene applicata nell’esaminare il caso fiorentino e quest’analisi andrebbe
fatta conoscere ad un pubblico più vasto perché le politiche del Comune di
Firenze in fatto di tutela del patrimonio sono state,a dir poco, indecenti.
Attraverso una rassegna delle dichiarazioni di Renzi l’autore ne mette in luce
la vasta cultura e la preparazione(?!?) per cui la sensazione che si prova
leggendo questo testo è quella di uno sgomento profondo pensando a quale
personale politico è affidato (anche) la difesa del nostro patrimonio. Comunque
gli abitanti di Firenze si sono resi conto ,anche senza essere addetti ai
lavori, di quale livello sia la sensibilità culturale del primo cittadino visto
lo stato attuale del teatro del Maggio Musicale Fiorentino che è stato portato
allegramente al fallimento proprio da un sovrintendente voluto e nominato dal
sindaco Renzi. Montanari rievoca la nomina di Renzi a sindaco di Firenze verso
la fine del testo in una sezione intitolata “Il primo non cittadino”in cui confessa
che anche lui aveva creduto nelle parole di rinnovamento pronunciate da Renzi
al momento della campagna elettorale,salvo poi ricredersi e conclude il testo
con questa amara constatazione:
“Matteo Renzi ha un posto d’onore in
questo libro non perché sia un caso unico: ma perché è l’esempio più
paradigmatico di una involuzione generale. Usando il patrimonio storico e
artistico della sua città come arma di distrazione di massa ad alto impatto
mediatico, il sindaco di Firenze è assai rapidamente diventato il politico
professionista più a proprio agio nel violare il significato civile dell’arte
del passato,clamorosamente ridotta ad alienante fabbrica di clienti ( e in
particolare, di acquirenti di un format politico).(Pag.161).
Comunque sia questo libro è un testo da “spacciare” con tutti
i mezzi, in modo che serva come antidoto all’avanzare sempre più evidente del
degrado culturale (e non solo) delle nostre città.
Vito Nanni
Nessun commento:
Posta un commento