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giovedì 30 dicembre 2010

Mostre che hanno molto da insegnarci







Su segnalazione del Prof. Enzo Collotti, vogliamo far conoscere due mostre che si stanno tenendo in questi giorni a Berlino : una al Deutsches Historisches Museum ( http://www.dhm.de/) intitolata “Hitler e i tedeschi : la “comunità di popolo e i delitti” l’altra che si tiene al Jüdisches Museum Berlin (http://www.jmberlin.de/) che è intitolata “Il lavoro coatto. I tedeschi,i lavoratori coatti e la guerra”. Si tratta di due eventi che costituiscono il proseguimento di quel percorso di riappropriazione, riflessione sulla loro storia recente che in Germania va avanti oramai da tanto tempo e che coinvolge nella discussione praticamente tutta la società: dai mass media,, alla scuola, dalla comunità scientifica al mondo politico. La partecipazione del pubblico è costante ed è favorita non solo dall’organizzazione didattica della mostra ma anche da una precisa politica di prezzi che favorisce il pubblico più giovane soprattutto quello delle scuole (l’ingresso per le scolaresche costa solo 1€ ad alunno).Si tratta di mostre che hanno un apparato scientifico imponente perché gli studi sul nazismo e sulla seconda guerra mondiale non vengono condotti solo con i finanziamenti dello stato ma anche con i finanziamenti delle grandi industrie che essendo state parte in causa durante il regime nazista, evidentemente hanno il desiderio di dimostrare la loro completa “presa di distanza” da quel passato. Il risultato è che questa gigantesca discussione pubblica su quel passato fa da antidoto contro qualsiasi possibile insorgenza nostalgica o assolutoria. Se si fa un confronto tra ciò che accade in Germania e il livello medio della riflessione pubblica sulla storia del fascismo in Italia ci cascano le braccia : da noi la rivalutazione del fascismo è costante e viene condotta da una politica di revisione e “riscoperte” che confermano nella mentalità degli italiani il concetto che quella fascista era una dittatura “bonaria”,lungimirante e moderna. (l’ultimo episodio è il battage sui presunti “diari” del duce riproposti da Dell’Utri).Invitiamo perciò coloro che ci seguono a fare almeno una visita “virtuale” a queste due mostre e a dare un’occhiata al materiale documentario. Una avvertenza : quando vi siete connessi con il sito dello Jüdisches Museum Berlin dovete cliccare sulla tendina col termine “Austellungen” che vuol dire mostra e cliccare poi sulle varie sezioni della mostra che è ordinata cronologicamente.

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