L’anno appena trascorso è stato funestato(tra l’altro) anche
dalla scomparsa di un grande artista tedesco il musicista Hans Werner Henze
(1926-2012). Questo nome non dice quasi niente a gran parte del pubblico degli intellettuali
italiani perché in questo paese c’è anche una solida ignoranza musicale.
Eppure quando scompare un grande artista ci sentiamo lo stesso un po’ più
poveri ed è come se ci avessero tolto qualcosa di nostro. Uso volutamente
questi termini perché Henze aveva fatto dell’Italia la sua patria di adozione
fin dagli anni cinquanta quando era stato costretto a cambiare paese per
l’ostracismo politico e culturale a cui fu sottoposto in Germania. Tutto ciò
perché il peccato di Henze era stato quello di essere marxista e di essere un
musicista di quella avanguardia che ha rinnovato dal di dentro non solo il
linguaggio musicale ma anche il modo di fare teatro lirico.
Nato
in una famiglia numerosa, Henze mostrò ben presto i segni del suo
interessamento nei riguardi dell'arte e della musica, il che produsse immediati
conflitti con il padre, di tendenze decisamente conservatrici.Iniziò gli studi
presso la scuola di musica di Braunschweig nel 1942, ma dovette interromperli
nel 1944 quando fu richiamato dall'esercito per partecipare alla Seconda guerra
mondiale; fu ben presto
catturato
e fatto prigioniero di guerra. Nel
1945, terminato il conflitto, divenne pianista accompagnatore pressoil teatro
di Bielefeld, e riprese gli studi di composizione sotto la guida diWolfgang
Fortner a Heidelberg nel 1946.
Nel
1948 divenne assistente musicale al Deutscher Theater di Costanza,dove venne
rappresentata la sua prima opera "Das Wundertheater" (da Cervantes).
Nel 1950 divenne direttore d'orchestra al teatro diWiesbaden, dove compose due
opere radiofoniche, il Primo concerto per pianoforte e orchestra nonché la sua
prima opera lirica di rilevante importanza, "Boulevard Solitude" (una
sorta di trasposizione moderna della trama di Manon Lescaut).
Nei
primi anni Cinquanta prese parte ai ben noti Ferienkurse
di
Darmstadt,
famoso centro di studio e produzione delle musiche d'avanguardia.
Trasferimento in Italia
Nel 1953 Henze lasciò
la Germania, in reazione all'omofobia,all'intolleranza ed alla situazione
politica generale del suo paese, e si trasferì in Italia, a Marino, dove ha
trascorso la maggior parte della sua vita. Inizialmente questa sua posizione
provocò numerose reazioni spiacevoli nei suoi confronti, tra cui le pesanti
contestazioni ricevute alla prima della sua opera "König Hirsch"
(basata su un testo di Carlo Gozzi)
e
del balletto "Maratona" (su libretto di Luchino Visconti).A metà
degli anni Cinquanta iniziò la sua lunga e fruttuosa collaborazione con la
poetessa austriaca Ingeborg Bachmann,
la quale lavorò
assieme a Henze come librettista per le opere "Der Prinz von
Homburg" (1958, basata su in testo di Heinrich von
Kleist) e "Der junge
Lord"
(1964). Dal 1962 al
1967 Henze ha tenuto corsi e masterclass di composizione al Mozarteum
di Salisburgo, e nel 1967 è stato nominato
"Visiting professor" al Dartmouth
College nel New Hampshire (USA). Nel
1966 ottenne un grande successo con l'opera "Die Bassariden" al
Festival di Salisburgo.
Nel
periodo successivo, Hans Werner Henze rinforzò ulteriormente il suo impegno
politico, il quale ha avuto notevoli influenze nei suoi lavori; ad esempio di
ciò, la prima del suo oratorio "Das Floss der Medusa" venne annullata
ad Amburgo quando le autorità tedesche rifiutarono di rappresentare il lavoro
esponendo (come previsto dal libretto) un ritratto di Che Guevara ed una
bandiera rivoluzionaria.
Le
idee politiche di Henze sono del resto ben rappresentate anche in
opere
quali la sua Sesta Sinfonia (1969), il Secondo concerto per violino
e
orchestra (1971) e la composizione per recitante e gruppo da camera
"El
Cimarron", basata su un testo (dell'autore cubano Miguel Barnet) che
tratta della fuga degli schiavi durante il governo coloniale di Cuba.
La maturità artistica
Nel
1976 Henze ha fondato il Cantiere
Internazionale d'Arte a
Montepulciano,
un organismo impegnato nella produzione e diffusione
della
Nuova musica; è proprio a Montepulciano che fu rappresentata per
la
prima volta la sua famosa opera per bambini "Pollicino" (1980). Nel
1981
ha fondato il Mürztal Workshops nella
regione austriaca della
Stiria,
dove ha pure fondato ed organizzato il Festival musicale giovanile
del
Deutschlandsberg.Inoltre, nel 1988 ha fondato la Biennale
di Monaco, un festival
internazionale
di nuovo teatro musicale, del quale è stato anche direttore
artistico.
Nel corso degli anni, le sue opere
hanno preso dei connotati più
convenzionali ("Die englische Katze" del 1983 e
"Das verratene Meer"
del
1990, basata sul racconto "Gogo no Eiko" dell'autore giapponese Yukio
Mishima.
In
ogni caso, le musiche di Henze hanno continuato anche in tempi
recenti
a manifestare l'impegno politico e civile del loro autore: la sua
Nona
sinfonia (per coro e orchestra, del 1997) contiene testi (di Anna
Seghers)
in cui vengono ricordati i momenti più oscuri del passato della
Germania.
La sua ultima fatica teatrale, invece, risale al 2003, anno in
cui
venne rappresentata al Festival di Salisburgo l'opera "L'upupa",
basata
su una favola popolare siriana.
Nel
1990 Hans Werner Henze ha ricevuto il Premio
Ernst von Siemens,
mentre
nel 1995 riceve il Westfälischer Musikpreis (premio
musicale
della
Westfalia); nel 2004 è stato nominato Dottore honoris causa per la
sua
"scienza musicale" dalla Hochschule
für Musik und Theater di
Monaco
di Baviera.
A cura
di Vito Nanni (le notizie biografiche e la foto sono tratte dal sito
www.lamagiadellopera.it).Il video riproduce "Epitaph" per violoncello solo di H.W.Henze eseguito da Olaf Maninger in memoria del musicista scomparso
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