Günter Wallraff
Notizie
dal migliore dei mondi
Una
faccia sotto copertura
Roma 2012 L’Orma
Una piccola casa editrice romana ha avuto il merito di
pubblicare questo libro che è un reportage “in diretta” sui temi più scottanti
della società europea proprio all’indomani del conferimento del Nobel per la
pace all’U.E. Il nome dell’autore ,forse, dice poco al pubblico italiano ma
questo giornalista nato nel 1942 divenne famosissimo alla metà degli anni
ottanta scrivendo un saggio “Faccia da turco” in cui smascherava il razzismo
profondo presente nella società tedesca di allora. Il suo procedimento è
diretto :egli si “traveste” in un personaggio e registra in prima persona le
reazioni delle persone, delle istituzioni, alla sua presenza. Egli solidarizza
naturalmente con i più deboli e il mascheramento è funzionale a smascherare le
realtà di vita direttamente senza gli schermi protettivi che invece vengono
innalzati allorquando ci si trova in presenza di un giornalista. Naturalmente
la sua fama in Germania è enorme ma viene visto dai poteri costituiti come una
mina vagante proprio per questa sua capacità di denuncia delle situazioni
limite. In questo saggio egli si “traveste” da “negro” , da homeless, e da
impiegato in cerca di primo lavoro in un “call center”: il quarto servizio
denuncia il malfunzionamento dei corsi di apprendistato per la ristorazione
organizzati da prestigiose aziende tedesche nell’ultimo reportage c’è
un’analisi allucinante del mal funzionamento delle istituzioni psichiatriche in Germania.
Come si vede anche dai temi trattati si può capire che egli va a cercare le
situazioni che a lui paiono le più “deboli” nella nostra società : gli
emarginati, le persone di colore, i giovani in cerca di prima occupazione.
L’analisi della situazione è impietosa e il giudizio tagliente ““Sono troppi i regressi a cui abbiamo dovuto assistere negli ultimi anni: le ingiustizie sono aumentate e le condizioni di vita non sono affatto diventate più umane, al contrario”. Queste parole sono contenute in un
post scriptum che si trova alla fine del volume e che è intitolato
(significativamente) Faccia da turco è
dappertutto. Egli conclude così il suo lavoro.
“Tre anni
fa,quando decisi di rimettermi nei panni dei perdenti del “migliore dei mondi
possibili”, non immaginavo a cosa andavo incontro. Mi sembrava impossibile che
si potesse diventare truffatori a causa delle costanti pressioni psicologiche a
cui si è esposti in un “call center” o che i senzatetto, con i quali ho vissuto
per un periodo, venissero davvero abbandonati a se stessi a quindici gradi
sotto zero. Non ero consapevole
del razzismo diffuso nella vita di tutti i giorni,prima di provarlo sulla mia
pelle.” Il titolo del libro “Notizie dal migliore dei mondi” ricorda anche
il titolo di un famoso film di Ken Loach “In questo mondo libero” e comune è la
forza della denuncia delle ingiustizie presenti nelle società industriali
avanzate dell’Europa occidentale.
In questo senso questo saggio è un esempio luminoso di controinformazione
e come tale mi pareva degno di segnalazione su questo Blog.
Vito
Nanni
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