Guido Crainz: Autobiografia di una repubblica(Le radici dell’Italia attuale).2009 Roma DonzelliIn un testo abbastanza breve,circa duecento pagine,l’autore riesce a ripercorrere con una serrata analisi,che è contemporaneamente storica antropologica e culturale, le tappe fondamentali del percorso storico che dal secondo dopoguerra ci hanno condotto alla crisi attuale. Il testo è composto da una introduzione e da una post-fazione finale che si chiude con un richiamo al Pier Paolo Pasolini di “Lettere Luterane” e “Scritti corsari” e con sette versi di Giorgio Caproni che parlano di “calma disperazione”.La parte centrale dell’opera è composta di otto capitoli di cui il secondo e il terzo fungono da riflessioni generali sugli anni ’90 con l’indicazione che, per capire bene l’oggi, bisogna risalire almeno alla fine della seconda guerra mondiale e alla nascita della Repubblica e ripercorrere alcune tappe fondamentali. Il quarto capitolo quindi si intitola “Fra crollo del fascismo e la nascita della Repubblica” e descrive le speranze, le delusioni, la partecipazione degli italiani alla nascita del nuovo stato e fin da subito la costruzione di una memoria pubblica “pacificata” incapace però di influenzare i comportamenti pubblici più del dovuto ; il quinto capitolo intitolato “Gli anni della ricostruzione e della “guerra fredda” in cui vengono sottolineate le caratteristiche di “Democrazia protetta” del nostro paese dove la presenza USA è soffocante e condiziona pesantemente la vita pubblica. Crainz ricorda, tra l’altro, una riunione all’Ambasciata USA di Roma nel 1961 in cui l’addetto militare Vernon Walters avanza l’ipotesi di un intervento armato degli USA “nel caso di una eventuale partecipazione dei socialisti al governo”(Pag.54).Il capitolo VI° analizza il ventennio 1958.78 dalla “grande trasformazione” ai “Funerali della Repubblica” cioè il momento del boom economico, delle grandi migrazioni sud-nord,dello sviluppo del movimento del ’68 fino alla strategia della tensione e alla nascita dei terrorismi contrapposti. E’ un momento chiave che è stato spesso analizzato superficialmente dagli storici : è anche la stagione delle grandi riforme che però lasciano l’amaro in bocca perché non incidono se non superficialmente nella struttura economico-sociale. Esse costituiscono però l’unica apertura democratica che tocca per lo più aspetti legati ai diritti civili fondamentali (il diritto allo studio,alla salute, la riforma del diritto di famiglia,il divorzio,l’aborto, l’istituzione delle regioni,ecc).Questo periodo si chiude con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse che viene interpretato come la fine di un intero ciclo politico che dà inizio ad una crisi che investirà i due maggiori attori politici del momento la Dc e il Pci.
Il terz’ultimo capitolo significativamente intitolato “ I lunghi anni ‘80” è il più lungo (55 Pag.) perché viene analizzato il decennio ( e oltre) in cui si compie quella trasformazione del nostro paese nella quale viene decretata la “morte della politica”.Ma come ha sottolineato bene Claudio Vercelli, nella sua recensione al libro di Crainz sul “Manifesto” :”Nella morte della politica si celebra l’apogeo del familismo, dei nepotismi, della riduzione della sfera pubblica a fatto individuale”. E’ nel decennio degli anni ’80 contrassegnati dal volto di Bettino Craxi che si ha quella trasformazione antropologica esiziale che trasforma le classi lavoratrici e produttrici in semplici consumatori e spettatori passivi attraverso un meccanismo di accumulazione individuale bulimica del tutto priva di qualsiasi retroterra culturale che non sia quello fornito dalla nascente televisione privata. Ecco perché quando nel 1992/’93 scoppia il caso “Tangentopoli” si ha il tracollo di un sistema politico che oramai era totalmente roso dalla corruzione, ma non abbiamo una rinascita,né tanto meno una rivoluzione. Anzi la nascita del “nuovo” cioè Forza Italia e la Lega accelera ancor di più la decadenza anche se si veste dei panni del populismo e dell’anti-politica. L’analisi di questo processo di ascesa e consolidamento del berlusconismo occupa il Capitolo VIII° intitolato “L’Approdo”. Nella Postfazione finale si riprendono le fila dell’analisi complessiva per una conclusione .. che non conclude se non amaramente. Il Testo non vuole dare assolutamente ricette pre-confezionate ma offrire solo uno spunto per un dibattito collettivo su questi temi che sia preparazione alla rinascita.
Il terz’ultimo capitolo significativamente intitolato “ I lunghi anni ‘80” è il più lungo (55 Pag.) perché viene analizzato il decennio ( e oltre) in cui si compie quella trasformazione del nostro paese nella quale viene decretata la “morte della politica”.Ma come ha sottolineato bene Claudio Vercelli, nella sua recensione al libro di Crainz sul “Manifesto” :”Nella morte della politica si celebra l’apogeo del familismo, dei nepotismi, della riduzione della sfera pubblica a fatto individuale”. E’ nel decennio degli anni ’80 contrassegnati dal volto di Bettino Craxi che si ha quella trasformazione antropologica esiziale che trasforma le classi lavoratrici e produttrici in semplici consumatori e spettatori passivi attraverso un meccanismo di accumulazione individuale bulimica del tutto priva di qualsiasi retroterra culturale che non sia quello fornito dalla nascente televisione privata. Ecco perché quando nel 1992/’93 scoppia il caso “Tangentopoli” si ha il tracollo di un sistema politico che oramai era totalmente roso dalla corruzione, ma non abbiamo una rinascita,né tanto meno una rivoluzione. Anzi la nascita del “nuovo” cioè Forza Italia e la Lega accelera ancor di più la decadenza anche se si veste dei panni del populismo e dell’anti-politica. L’analisi di questo processo di ascesa e consolidamento del berlusconismo occupa il Capitolo VIII° intitolato “L’Approdo”. Nella Postfazione finale si riprendono le fila dell’analisi complessiva per una conclusione .. che non conclude se non amaramente. Il Testo non vuole dare assolutamente ricette pre-confezionate ma offrire solo uno spunto per un dibattito collettivo su questi temi che sia preparazione alla rinascita.
Vito Nanni
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