Bisogna essere grati alla piccola casa editrice di Roma “Le Nubi” che ha ristampato un piccolo-grande capolavoro della letteratura del ‘900 “La Psicologia della zia ricca” di Erich Mühsam. Quest’opera,scritta nel 1905 contiene la quint’essenza dell’ironia, della forza satirica, dello scrittore tedesco assassinato dai nazisti nel Lager di Oranienburg. Questo testo era pressoché sconosciuto in Italia perché era stato tradotto e stampato negli anni’60 da una piccola casa editrice ed era sparito dall’orizzonte dei lettori.
Mühsam, con un guizzo di intelligenza creativa inventa una galleria di vecchie zie, tutte rigorosamente classificate in ordine alfabetico, che non ne vogliono sapere di morire nonostante la veneranda età e la presenza torme di nipoti che sono lì pronti a ricevere la loro lauta eredità. Tutti gli sforzi, le sofferenze dei nipoti per giungere al loro sospirato obiettivo,saranno delusi perché le diaboliche zie sapranno sempre deludere le loro aspettative. I racconti, tutti brevissimi, sono scenette di cabaret con una serie di battute fulminanti e con una sceneggiatura già ,in gran parte, stesa. L’ aspetto che l’autore vuole satireggiare non è solo quello legato alla proprietà privata ma anche lo sforzo terribile che le persone cosiddette “normali” compiono per raggiungere il benessere economico, il denaro visto come panacea di tutte le infelicità. Lo stile, come accennavo, è caustico, graffiante, di una modernità sconvolgente. E’ incredibile che un testo così bello sia così poco conosciuto dal grande pubblico ed è quindi un’occasione da non perdere il leggere e regalare questo piccolo gioiello della letteratura tedesca che col passare del tempo ha acquistato di profondità. E’ buffo infatti leggere oggi, nella società cosiddetta post-moderna e consumistica ,questo atto di accusa contro le meschinità le bassezze che derivano dal puro desiderio del possesso. E’ come respirare una boccata d’aria fresca dopo la permanenza in un ambiente pieno di smog.
Mühsam, con un guizzo di intelligenza creativa inventa una galleria di vecchie zie, tutte rigorosamente classificate in ordine alfabetico, che non ne vogliono sapere di morire nonostante la veneranda età e la presenza torme di nipoti che sono lì pronti a ricevere la loro lauta eredità. Tutti gli sforzi, le sofferenze dei nipoti per giungere al loro sospirato obiettivo,saranno delusi perché le diaboliche zie sapranno sempre deludere le loro aspettative. I racconti, tutti brevissimi, sono scenette di cabaret con una serie di battute fulminanti e con una sceneggiatura già ,in gran parte, stesa. L’ aspetto che l’autore vuole satireggiare non è solo quello legato alla proprietà privata ma anche lo sforzo terribile che le persone cosiddette “normali” compiono per raggiungere il benessere economico, il denaro visto come panacea di tutte le infelicità. Lo stile, come accennavo, è caustico, graffiante, di una modernità sconvolgente. E’ incredibile che un testo così bello sia così poco conosciuto dal grande pubblico ed è quindi un’occasione da non perdere il leggere e regalare questo piccolo gioiello della letteratura tedesca che col passare del tempo ha acquistato di profondità. E’ buffo infatti leggere oggi, nella società cosiddetta post-moderna e consumistica ,questo atto di accusa contro le meschinità le bassezze che derivano dal puro desiderio del possesso. E’ come respirare una boccata d’aria fresca dopo la permanenza in un ambiente pieno di smog.
Erich Mühsam: La Psicologia della zia ricca. Roma 2008 Ed. Le Nubi € 12
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